domenica 28 ottobre 2012

La Annunziata paragona Silvio a Fidel Castro, le piaceva solo quando la nominava presidente della Rai

Ora che tutti intravedono il viale del tramonto per l'ex caimano in preda al delirio da perdita del potere, anche persone che non avrebbero molto da predicare si avventano su quello che ormai considerano un cadavere. Mi ha fatto molto ridere l'editoriale di Lucia Annunziata sulla versione italiana (davvero un po' poverella) dell'Huffington Post, nel quale paragona Berlusconi a Fidel Castro, sostenendo che "il Cavaliere che abbiamo visto in conferenza stampa si è ripresentato con gli abiti del rivoluzionario populista di un tempo". Non solo, ma ha anche rilevato "un sapore sovietico in quella scenografia" con "il tessuto rosso a rami gialli alle spalle del Cavaliere durante la conferenza stampa".
Al di là di quello che si può pensare di Castro e del Teatro Bolshoi (la compagna Annunziata nella traslitterazione dal russo ci infila anche un "c" di troppo), credo che chiunque, anche il più acerrimo nemico del socialismo reale, sia in grado di riconoscere che il paragone è un pochino offensivo. Ma soprattutto girano un po' le scatole nel leggere il commento di una che è passata dal Manifesto a Repubblica, per sbarcare alla direzione del Tg3 dell'epoca primo governo Prodi e infine alla presidenza della Rai, durante (ma guarda un po') il secondo governo Berlusconi. Qui si è ovviamente distinta per aver fissato i famosi "paletti" (diventati i "baletti" in una formidabile imitazione di Sabina Guzzanti) all'informazione giornalistica e cancellando la tramissione Raiot dopo la prima puntata, diventando una caricatura di se stessa formidabile. Dopo la triste esperienza, è finita a libro paga della famiglia Agnelli facendo l'editorialista della Stampa, ma solo un anno più tardi è rientrata alla Rai con una sua tramissione. 
Ora dirige il nuovo sito di informazione (molto ammeregano ma alla fine ennesimo prodotto dell'edtrice Repubblica-L'Espresso) per lanciare l'allarme sull'antieuropeismo di Berlusconi, non, badate bene, perché per 18 anni il paese è stato ostaggio di un personaggio inqualificabile, ma perché se l'è presa con Monti e la Merkel.
Fantastico.

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