venerdì 7 ottobre 2011

Draghi e gli interessi dei giovani, due mondi distanti anni luce

In uno dei suoi ultimi interventi pubblici da governatore della Banca d'Italia (dopo se ne andrà a Francoforte a far danni altrove), Mario Draghi ha inanellato la solita serie di ovvietà che caratterizzano i discorsi ufficiali dei vertici di via Nazionale. Oggi ha fatto il solito predicozzo, naturalmente amplificato da tutta la stampa che ha le banche come principali azionisti, e l'ha buttata sul paternalistico. "Le difficoltà incontrate dai giovani devono preoccupare. La priorità assoluta dell'Italia è oggi uscire dalla stagnazione riavviando lo sviluppo con misure strutturali". Roba che ormai pure il mio idraulico di fiducia saprebbe essere più creativo.
Ora spero che nessun giovane pensi davvero che questo sessantaquattrenne dalla pettinatura bitumata abbia davvero a cuore la sorte dei meno fortunati. Le misure strutturali di cui parla sono, ovviamente, i tagli alle prestazioni sociali, alle pensioni, all'assistenza sanitaria, che rappresentano la prossima frontiera dell'oro per il mondo che lui rappresenta e ha sempre rappresentato, in cambio di uno sviluppo fatto di appalti pubblici a vantaggio di palazzinari senza scrupoli e criminalità organizzata (la storia d'Italia, insomma).
Diventato direttore generale del Tesoro nel 1991, cioè nel pieno della devastazione economica del nostro paese, ci è rimasto dieci anni facendo carne di porco. E' stato infatti l'artefice delle privatizzazioni, ovvero la grande svendita dei beni dello Stato, che hanno minato alla radice la nostra economia. Con lui sono stati ceduti ai grandi gruppi internazionali i gioielli di famiglia, come le aziende sane dell'Iri o come l'Eni, il cui patrimonio immobiliare è stato interamente ceduto a Goldman Sachs, una delle più grandi banche di affari del mondo, incriminata per frode dalla Commissione di controllo della Borsa americana l'anno scorso, che per ringraziare del simpatico cadeau ha pagato a Draghi uno stipendio da vice presidente fra il 2002 e il 2005.
Il neo amico dei ggggiovani era sullo yacht Britannia nel giugno del 1992, quando con la sponsorizzazione della famiglia reale britannica si pianificò a tavolino lo smantellamento dell'industria pubblica italiana. Draghi è anche membro del Club Bilderberg, sorta di associazione massonica, che qualcuno definisce la società segreta più potente del mondo. 
Ora che uno così, che ha sempre fatto l'interesse delle banche e del grande capitale e che ha varato progetti costati a questo paese centinaia di migliaia di posti di lavoro si metta a parlare del futuro dei giovani a me pare un insulto. Ma non ditelo in giro, che poi mi danno del comunista.

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