Sul fatto che l'ammiraglio Giampaolo Di Paola ci abbia fatto retrocedere di parecchie posizioni in una virtuale classifica di democrazia ho già scritto in passato. Siamo l'unico paese civile (oddio, lo siamo ancora davvero?) che ha messo un militare a fare il Ministro della Difesa e l'amico non è uno qualunque.Siccome oltreoceano magari succede anche che un nero salga alla Casa Bianca, ma è impossibile che le industrie militari perdano anche un solo briciolo del loro sconfinato potere, anche in tempi di drammatica spending review non potevamo proprio fare a meno di confermare l'acquisto.
I tecnici si sono pertanto affidati al supertecnico, il quale ha partorito l'uovo di Colombo: tagliamo un po' di posti di lavoro nella Difesa (da sempre refugium peccatorum degli zotici che non combinavano niente nella vita) e confermiamo aeroplanini, fregate e fuciletti in modo da poter continuare a giocare alla guerra sentendoci al pari degli altri, raccontando un mare di bugie (sullo stile della Tav) per rendere la cosa credibile.
Ci raccontano che dall'anno prossimo un militare su dieci lascerà l'esercito, con pre-pensionamenti o trasferimenti, ma per la gran parte degli esuberi si ricorrerà all' 'ausiliaria', una specie di aspettativa al 95 per cento dello stipendio. Un ammortizzatore privilegiato che si applica solo per il personale militare, alla faccia dei poveri esodati vittime di Frankestein-Fornero, e che sostanzialmente impedirà risparmi immediati.
Del resto il ministro è di Torre Annunziata e il gioco delle tre carte deve averlo imparato da piccolo.
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