venerdì 12 agosto 2011

Talebani e mazzette: in Afghanistan come in un film di Alberto Sordi

L'idea era quella tipica italiana. Andiamo in Afghanistan per evitare casini con gli alleati e per rimediare qualche contratto di fornitura economica, ci teniamo lontano dai guai e paghiamo un po' di mazzette a quegli straccioni di talebani, che magari poi ci si comprano l'esplosivo ma almeno lasciano in pace i nostri bravi ragazzi. 
Ma gli americani, che nun so' scesi daa montagna der sapone,  se ne accorgono, ci chiedono molto chiaramente di smetterla e da allora le perdite del nostro contingente sul fronte afgano si moltiplicano. 
Casomai ci fosse ancora qualche dubbio sull'inutilità della nostra presenza laggiù, ci hanno pensato gli ultimi cable di WikiLeaks a dissiparlo. Non solo buttiamo un sacco di soldi allettando qualche ragazzotto allevato in caserma a rischiare le penne per guadagnare un po' di più, ma ci copriamo anche di ridicolo, con gli alleati prima e con i funerali di Stato poi, dove il solito cappellano militare (pagato da noi con i soldi dell'8 per mille) ripete come un disco rotto la solita favoletta delle missioni di pace.
Come in un film di Alberto Sordi. E ce lo meritiamo, Alberto Sordi. 

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