martedì 29 maggio 2012

Monti si indigna per il "marcio", ma solo per il calcio

Che belli questi scandali del calcio, che periodicamente consentono ai politici di rifarsi una verginità predicando rigore e punizioni esemplari. Che quello del pallone sia un mondo "malato", come recitava un antico tormentone, è chiaro a tutti da molto tempo e non solo per colpa di quei quattro accattoni che pur guadagnando cifre da capogiro si mischiano a zingari e faccendieri per vendersi le partite e scommetterci sopra. Ma il pulpito dal quale ci ha recitato oggi la morale il presidente del Consiglio, Mario Monti, non mi pare dei migliori.
"Bisogna riflettere e valutare se non gioverebbe per due-tre anni una totale sospensione di questo gioco. È particolarmente triste e fa rabbrividire quando il mondo dello sport, che dovrebbe esprimere i valori più alti, si rivela un concentrato di fattori deprecabili. In questi anni abbiamo assistito a fenomeni indegni", ha detto l'uomo con il loden (vabbè, mo'  co' 'sto caldo se lo sarò levato), stigmatizzando che  "vengano usati soldi pubblici per ripianare i debiti delle società di calcio" e sottolineando che "è così facile per i cittadini italiani non impegnati in attività politiche localizzare tutti i mali dell'Italia nella politica. È un errore".
Quindi, la politica italiana è corrotta, perché è la società italiana a essere corrotta. 
E qui si potrebbe aprire un fantastico dibattito stile "è nato prima l'uovo o la gallina", con facili argomentazioni da entrambe le parti. Se non fosse che Monti, che sarà un tecnico ma vive di piccoli compromessi politici alla pari di qualsiasi altro, è alla guida di un governo che non ha fatto un tubo nè per l'evasione fiscale e il lavoro nero, nè tantomeno per la corruzione, sostenuto da una maggioranza che ha al suo interno personaggi di tutti gli schieramenti coinvolti in storie raccapriccianti. 
Ecco, io strali come quello pronunciato oggi contro il mondo del calcio non li ho mai sentiti quando la magistratura, con cadenza settimanale, inguaia questo o quel politico, questo o quel tesoriere, questo o quel sindaco o governatore regionale. Ed è un vero scandalo, caro professor Monti, che vengano usati soldi pubblici per pagare le vacanze, i pranzi, le cene e le donnine allegre dei suoi sodali.

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