mercoledì 9 maggio 2012

Se non si è sentito il boom, ecco i numeri del crack

Napolitano dice di non aver visto nè sentito alcun "boom" nei risultati ottenuti dal Movimento 5 Stelle, scavalcando a destra con una sola battuta le centinaia e centinaia di politici da me ascoltati nel corso degli anni, che di fronte ai risultati, anche i più negativi, negavano perfino l'evidenza. Oggi, ci riescono solo i vecchi, come Napolitano e Berlusconi (che ha detto che in fondo il Pdl ha vinto). A quelli intorno ai cinquant'anni scappa troppo da ridere e così il povero Angelino Alfano ci aveva provato a parlare di sconfitta e Pierferdinando Casini ha avuto l'onestà (intellettuale e una tantum, sia chiaro) di riconoscere che i moderati, la Dc, il Terzo Polo sono roba buona per la soffitta. 
Visto che il "boom" non si è visto nè sentito, ecco tutti i numeri del "crack" e se è vero che il test elettorale è stato ristretto in termini di numeri, nessuno può mettere in discussione la sua eterogeneità, visto che alle urne sono andati diversi comuni capolouogo del nord, del centro, del sud, delle isole. 
L'Istituto Cattaneo ha effettuato un'elaborazione dei dati del Ministero dell'Interno dalla quali emerge che sia il centro-sinistra sia il centro destra hanno preso una bastonata colossale, anche se quella dei berluscones è stata più evidente. Il centro sinistra ha perso circa 40.000 voti rispetto alle regionali del 2010, pari al 7 per cento dei propri voti del 2010. Il Partito Democratico, che secondo il segretario Pierluigi Bersani "tiene" (tipico eufemismo da Prima Repubblica di fronte a una mezza catastrofe), ha perso il 29% dell’elettorato che lo aveva scelto nel 2010 (pari a un decremento di 91.000 voti). E' vero che ora è il primo partito, ma con il 19,2% dei voti, contro il 27,8% del 2010 (e contro il 31% dei non memorabili tempi di Veltroni).
L’Italia dei Valori ha lasciato per strada 55.000 voti, pari a oltre la metà del proprio elettorato (-58 per cento a livello nazionale). Peggio ha fatto solo la Bossi family.
I partiti della sinistra (Sinistra Ecologia e Libertà e Federazione della Sinistra) perdono un sesto dei consensi di due anni fa (-16 per cento, pari -12.000 voti), anche se quello di Vendola guadagna qualcosa salendo dal 2,6% al 3,3%. 
Dolentissime note per i residuati dei bunga-bunga di Arcore, con il  Popolo della Libertà abbandonato da 175.000 elettori e passato dal 28,8% al 14% e la Lega delle lauree in Albania e dei soldi in Tanzania, è scesa dal 16,5% a un misero 5%, perdendo il 67% dell'elettorato del 2010. L’Unione di Centro non ride, con un bel -6,5 per cento a livello nazionale rispetto alle regionali di due anni fa. 
E Grillo? Ha preso circa 200 mila voti, salendo dal 4,8% al 9%. Non sarà come il boom degli anni sessanta, ma è certo che il clima assomiglia a quello del periodo degli avvisi di garanzia a Craxi

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