giovedì 9 giugno 2011

Battisti, tutti contro il Brasile. Vigliaccheria e mancanza di rispetto da parte di chi ha perso ogni credibilità

Tutti offesi dal Brasile che ha definitivamente negato l'estradizione di Cesare Battisti, una delle tante teste calde degli anni settanta, che rifugiatosi a Parigi si era rifatto una vita come autore di libri gialli. Tutti a dire peste e corna del presidente Lula e della massima autorità giudiziaria di un paese che non è nuovo a questo tipo di decisioni, assunte peraltro senza badare a precise simpatie politiche. 
A parte la comprensibile reazione dei familiari delle vittime dei Pac (Proletari armati contro il comunismo), il gruppo a cui apparteneva Battisti, e quelle strumentali di qualche post- fascista come 'a ministra daa' Garbatella (che non ci risulta sia mai rimasta indignata per tutti gli ex camerati riparati al sicuro in giro per il mondo), stupisce un po' la dichiarazione del presidente Giorgio Napolitano, che in una nota del Quirinale scrive che la decisione della Suprema Corte "assume un significato gravemente lesivo del rispetto dovuto sia agli accordi sottoscritti in materia tra l'Italia e il Brasile sia alle ragioni della lotta contro il terrorismo condotta in Italia - in difesa delle libertà e istituzioni democratiche - nella rigorosa osservanza delle regole dello stato di diritto". 
Ecco, il punto è proprio questo. Battisti si è sempre dichiarato innocente degli omicidi per i quali è stato condannato all'ergastolo. Magari non è vero, ma è sicuro che le leggi speciali approvate in Italia per la lotta al terrorismo negli anni settanta-ottanta hanno provocato spesso indignazione nei paesi più liberali del nostro, come la Francia, che ci hanno visto proprio la mancata osservanza delle regole di cui parla il Quirinale. Si può essere d'accordo o no, ma il fermo di polizia, la possibilità di sparare in piazza, le condanne valide anche se effettuate in contumacia, non sono cose che i paesi normali "digeriscono". E' da qui che nasce la cosiddetta "dottrina Mitterrand", quella in base alla quale gli estremisti italiani che si erano macchiati non propriamente di delitti di sangue prima del 1981 potevano richiedere asilo politico in Francia. 
La destra francese ha cancellato questa possibilità e Battisti è scappato in Brasile (dove peraltro si è fatto 4 anni di carcere prima di essere rimesso in libertà), un paese che da sempre ha accolto tutti e non solo i pericolosi "rossi". Come l'ex dittatore paraguaiano Alfredo Stroessner, che ha passato lì gli ultimi diciassette anni della sua vita dopo il rovesciamento del regime nell'89, o il portoghese Marcelo Caetano, successore del dittatore Antonio Salazar, fuggito in Brasile dopo la ''rivoluzione dei garofani'' del 1974, oppure l'ex primo ministro francese Georges Bidault, ed attivista dell'Algeria francese, che trovo' rifugio in territorio brasiliano dal 1963 al 1967. Oggi, in Brasile, circa 4.000 persone ricevono asilo dal Comitato Nazionale per i Rifugiati e dal Ministro della Giustizia. 
Insomma, la Costituzione brasiliana impedisce l'estradizione dello straniero per reati politici o di opinione, senza distinzioni ideologiche. Battisti è stato condannato in sua assenza e la legge italiana non prevede la ripetizione del processo una volta catturato davvero. Questo è contrario alla legge costituzionale dello stato brasiliano e fine della storia. Prendersela con il Brasile e leccare il culo agli Stati Uniti, che non estradano mai nessuno, nè gli agenti della Cia che torturano e rapiscono la gente sul nostro territorio, nè il pilota pazzo che tirò giù la funivia del Cermis (tanto per fare due esempi), è da vigliacchi.
Tutto il resto sono balle, ripetute da una sequela di personaggi (di destra e di sinistra) che hanno contribuito a rendere questo paese ridicolo e inaffidabile.

2 commenti:

  1. La maggioranza di noi brasiliani, vogliamo vedere Battisti in Italia, lontano da qua e giudicato sencondo le legge italiane, per autorità italiane.
    Ci dispiace per tutto ciò che succede qui, la colpa è di nostri governatori, quello che vogliamo è precisamente l'opposto.
    Ci dispiace se viviamo in un PAese corroto.

    un Brasiliano

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  2. Io credo che alla maggioranza dei brasiliani, come a quella degli italiani, di Battisti non freghi proprio niente. E non penso che il Brasile di oggi sia un paese più corrotto dell'Italia.

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