mercoledì 16 febbraio 2011

I dittatori che piacciono tanto al nostro re del Bunga-bunga: Gheddafi incassa i soldi e non controlla le coste come promesso. Ma ora i guai sono in arrivo anche per lui.

E' chiaro che una persona che continua a restare sulla sua poltrona nonostante le accuse gravissime che avrebbero travolto chiunque altro al suo posto nel mondo nutra della simpatia per i dittatori. Chi non ricorda le dichiarazioni di amicizia di Silvio Berlusconi nei confronti di Nursultan Nazarbayev, tiranno da vent'anni al potere in Kazakistan? Per non parlare dei numerosi attestati di stima da sempre rivolti a Zine El-Abidine Ben Ali, l'ex presidente tunisino amico di Bettino Craxi salito alla guida del paese grazie a un piccolo golpe organizzato dai servizi segreti italiani (lo ha confessato nel 1999 davanti a una Commissione parlamentare l'ex capo del Sismi Fulvio Martini) o dell'ex presidente egiziano Hosni Mubarak, l'uomo della Cia in Medio Oriente. Fino a poche giorni prima della loro fuga di fronte alle sommosse popolari, il nostro ministro degli Esteri, Franco Frattini, si augurava che i due despoti rimanessero al loro posto, coprendo ancora una volta il nostro paese di ridicolo. 
Ma il culmine è sempre stato raggiunto con Muhammar Gheddafi, da oltre 40 anni alla guida della Libia senza avere alcuna carica ufficiale, se non quella di Guida della Rivoluzione. Il ridicolo ometto, che con Berlusconi condivide la passione per le giovani donne e per il bunga-bunga, è stato invitato più volte in Italia, dove si è presentato circondato da una corte imbarazzante e con tanto di mega-tenda extra lusso al seguito, ha fatto il bello e il cattivo tempo e si è concesso anche una ridicola lezione di islamismo davanti a quasi 500 ragazze italiane, hostess regolarmente stipendiate. Una roba da basso impero.
Gheddafi è un noto ricattatore e non ha esitato a farlo anche con il suo amico Berlusconi al quale ha chiesto un sacco di soldi per impedire che dalle coste della Libia i barconi pieni di disperati in fuga da molti paesi dell'Africa partissero verso l'Italia, ottenendo accordi bilaterali con il nostro paese per 4 miliardi di euro. Come riportato da Repubblica, in piena crisi tunisina, Tripoli non ha affatto rispettato gli accordi e ha approfittato della situazione per riaprire anche le sue di frontiere. Come ha riferito in Parlamento il direttore dell'Aisi (il servizio di controspionaggio), Giorgio Piccirillo, il confine libico-tunisino è stato infatti attraversato da "flussi migratori provenienti dalla Libia, costituiti in parte da evasi dalle carceri locali". Gheddafi, insomma, ha approfittato della situazione per fare un po' di repulisti a casa sua, alla faccia degli accordi. 
Ora però anche lui sembra destinato a fare i conti con i venti di rivolta che stanno travolgendo tutto il nordafrica e parte del Medio Oriente. La gente scende in piazza anche a Tripoli e Bengasi e anche se il regime organizza pietose manifestazione pro-Gheddafi, gli esempi di Tunisia e Egitto pesano come macigni. 
Alla fine, nell'area del Mediterraneo, resterà un solo autocrate, il nano di Arcore e toccherà a noi fuggire oltremare.



5 commenti:

  1. Hai dimenticato il Bulgaro, Lukanshenko. Talmente amico del nostro ducetto da confezionare un premio per la nuova stella del cinema, Michelle Bonev, e poi pagare la trasferta a tutti gli amici.

    Secondo te, ci accetteranno in Algeria, quando toccherà a noi? Oppure ci sarà il ministro Mar-Al-Rhoni, che organizzerà le ronde maghrebine?

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  2. Non so. Forse torneremo a emigrare in Svizzera e in Germania. Magari saranno comprensivi.

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  3. Scusa, sono relativamente nuovo su blogger e sto facendo un casino con il sistema di autenticazione per commentare... Ora credo di aver capito come funziona.

    In effetti potrebbero essere comprensivi, fin adesso ci hanno preso per il culo e ho la sensazione che lo scherno si stia trasformando in disprezzo. Come biasimarli?

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  4. Io non credo che ci disprezzino. In realtà i nordeuropei sono persone molto più sensibili di quello che siamo abituati a pensare e gli immigrati italiani in quei paesi hanno sopportato angherie ben inferiori a quelle a cui hanno poi costretto gli immigrati in Italia. Alla fine il loro è vero stupore: spesso amano il nostro paese e non si capacitano di come possa stare al governo una persona simile.

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  5. Spero di sbagliarmi. Io abito all'estero, e se prima ci prendevano solo per il culo, adesso cominciano a non ridere più. Si chiedono solo come sia possibile che noi tolleriamo fino a questo punto. E poi si danno la più ovvia delle risposte, ossia che ci piace così.

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