martedì 2 aprile 2013

I dieci piccoli saggi, ovvero come Grillo ha restituito la palla nelle mani dei vecchi mandarini

Diciamoci la verità: la soluzione non ce l'ha nessuno. Nessuno dei quattro schieramenti che si sono presentati alle elezioni è in grado di partorire una proposta decente, un nome decente, un'idea condivisibile. E lasciare la palla nelle mani del Presidente è l'ultimo capolavoro di questo periodo storico senza ritorno. 
Non è in grado di governare il Pd, che insiste sul nome di Bersani, solo perché in caso contrario prevarrebbe la corrente del partito che pur di rimanere in sella sarebbe disposta ad allearsi con Berlusconi. Non è in grado di governare il Pdl, che malgrado tutto è in caduta libera di consensi e con buona pace di quelle facce smunte che cercano adesso di mettere in pista per far sì che qualcuno dimentichi che razza di caravanserraglio aveva portato in Parlamento il Caimano. Tutti sanno benissimo che il giorno in cui si ritirerà a vita privata (o ce lo farà ritirare la magistratura) il centrodestra perderà almeno un terzo dei voti residui. E mentre Mario Monti viene seppellito da un mare di pernacchie e lasciato a fare il notaio di una maggioranza che non esiste e che per formarsi lo sottoporrà a ogni più bieco ricatto, neanche Beppe Grillo e il suo Movimento sono stati in grado di partorire un nome, semplicemente perché non ce l'hanno, non sanno che dire, non sanno cosa proporre, non sanno cosa fare. 
In questo momento di situazione politica grave, ma non seria (come diceva Ennio Flaiano), arriva la mossa del fuoriclasse, il nostro Messi della casta, l'uomo che da sessant'anni vivacchia nel Parlamento italiano (senza aver mai lavorato in vita sua), passato dalla gioventù universitaria fascista al Pci, saltato dalle braccia di Stalin a quelle di Craxi (visto come il deus ex machina del socialismo europeo e poi rivelatosi un volgare malvivente pluricondannato in via definitiva), il peggior nemico interno di Enrico Berlinguer, amico di Andreotti al punto di essere invitato a fare conferenze negli Stati Uniti come primo comunista da esibire come fenomeno da baraccone, proprio su intercessione del divo Giulio.
Alla faccia del rinnovamento, Grillo ha lasciato l'iniziativa alla figura che più di tutte incarna il vecchiume italiano. 
Ecco, uno così non vedeva l'ora di tirare fuori dal suo sarcofago personale questa lista da basso impero ormai alla frutta: i dieci saggi. Roba da buttarsi per terra dal ridere. Dentro ci sono nomi imprescindibili, come il presidente dell'Antitrust per la concorrenza, Giovanni Pitruzzella, che oltre a essere alla guida di un organismo inutile (in nessun paese le norme sulla concorrenza vengono costantemente aggirate come da noi) è anche un ex consulente dell'ex presidente del Senato, Renato Schifani (l'uomo contro il quale si è spaccato pure il M5S, perché i grillini eletti in Sicilia avevano paura di prendere le botte al loro ritorno sull'isola) o come l'ex comunista Luciano Violante, l'uomo che confessò candidamente durante un intervento alla Camera come il suo partito avesse salvato le chiappe al tanto odiato Silvio, offrendogli la "garanzia piena" che nessuno avrebbe toccato i suoi interessi e le sue televisioni; come Giancarlo Giorgetti, capogruppo leghista che vanta nel suo curriculum la carica di consigliere di amministrazione di Crediteuronord, la banca voluta dalle camicie verdi arrivata al fallimento, e che secondo quanto rivelato nel corso delle indagini fu destinatario di una bella mazzettona da 100 mila euro pagata da Fiorani come ringraziamento del fatto che la Lega non si dimostrò ostile a quel genio di ex governatore della Banca d'Italia che rispondeva al nome di Antonio Fazio. Poi ci sono anche personaggi come Gaetano Quagliariello, il solito ex radicale convertito sulla via di Damasco da San Silvio e diventato ortodosso al punto da definire assassini coloro che si opponevano all'assurdo decreto che avrebbe dovuto salvare la non-vita di Eluana Englaro (Napolitano compreso) e da firmare, insieme a un altro po' di impresentabili, una lettera aperta per chiedere ai cattolici italiani di sospendere ogni giudizio morale nei confronti del suo padrone, indagato dalla procura di Milano per alcune cosucce tipo la concussione e la prostituzione minorile; o come Filippo Bubbico, che ha ancora in piedi un procedimento penale per abuso d'ufficio e per la nomina di un consulente regionale giudicata illeggittima.: l'ex presidente della Consulta Valerio Onida (solo perché nella vicenda delle telefonate di Mancino ha difeso il Quirinale), passando per il ciellino Mario Mauro (grande sostenitore dell'inciucio), il solito omino di Banca d'Italia (Salvatore Rossi) e finanche un ministro del disastroso governo dimissionario (Enzo Moavero). 
Una sfilata di zombie che sembra mettere la pietra tombale anche davanti alla presunta rivoluzione a 5 Stelle, che invece di aprire una nuova pagina storica, ci sta riseppellendo sotto l'ineluttabilità del destino cinico e baro.
C'erano dieci piccoli indiani e poi, come dice la storia, non ne rimase più nessuno.

3 commenti:

  1. PICCOLI IDIANI INCOMPETENTI,IGNNORANTI PAVONEGGIANTI.

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    1. 10 saggi???
      10 figli di puttana(come tutti i politici)
      dobbiamo ammazzarli tutti!
      è ora di smetterla con le parole,è ora di passare ai fatti questa è la mia risposta a uomo bianco.
      io sono italiano ma sono più nero del nero,sono 60 anni che ci prendono per il culo,svegliatevi!!!
      A proposito mi sono messo come anonimo perchè non so come cavolo fare però metto la mail fbr@live.it ah'devo pure dimostrare di non essere un robot'

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  2. Mi dispiace, ma come non credo ai vecchi mandarini non credo neanche alle rivoluzioni di popolo. Hanno sempre fatto danni, sostituendo una casta con un'altra. Alla fine basterebbe non votarli più, ma evidentemente l'80% degli italiani pensa ancora di potersi fare rappresentare in questo modo.

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