martedì 29 marzo 2011

Lunga vita agli integralisti. Perfino quel bollito di Vasco Rossi fa ancora paura

Dio, o chi ne fa le veci, dia lunga vita agli integralisti di casa nostra. La loro idiozia è l'unica incrollabile certezza di noi poveri atei relativisti, secolaristi, dalle idee annebbiate e dalle scarse cognizioni di filosofia. Chi mai infatti, a XXI secolo ormai inoltrato, avrebbe ancora il coraggio di dire che la musica rock è lo strumento di Satana? A parte i talebani è rimasto ovviamente solo qualche cattolico, come i simpatici tradizionalisti che fanno capo al sito web di Pontifex. Perfino un vecchio ultrabollito come Vasco Rossi, che già trent'anni fa metteva paura solo al benpensante Nantas Salvalaggio, è riuscito nell'intento di provocare il vespaio. Per aver detto in un'intervista al Corriere della Sera che "è un’illusione pensare che esista un creatore e che la vita sia un dono" e, a proposito dell'eutanasia, di aver "diritto di scegliere io quando porre fine a questa straordinaria esperienza", è scattata subito la raccolta alle fascine per il rogo. 
Il "blog cattolico non secolarizzato" (non ridete, si fanno chiamare così) ha raccolto le opinioni di tre alti prelati, ben noti per le loro posizioni dal vago sapore di Medioevo, che tanto fa chic e non impegna. Il vescovo emerito di Senigallia, che risponde all'aristocratico nome di monsignor Odo Fusi Pecci, ha messo subito mano all'acqua santa: “Certe affermazioni sono frutto del relativismo, in parte eretiche e sicuramente strumento di Satana che vuole allontanarci da Dio con ogni mezzo, anche il più insidioso”. Monsignor Ennio Appignanesi ne ha fatto una questione di cultura, come se tutti i filosofi fossero anche cattolici: "Siamo al delirio e alla pazzia. Sarà anche bravo come cantante, ma delira e parla male. La vita non é un caso, non é nata per un capriccio, costui non sa neppure di filosofia. Avrà una buona voce, ma la sua ignoranza in tema di filosofia e di teologia é abissale e putroppo questi cattivi maestri, per spirito di emulazione, contagiano i giovani". E infine il più cattivo di tutti, il vescovo emerito di Grosseto, monsignor Giacomo Babini: “Non so come questo signore abbia fatto a diventare famoso, ma se lo é diventato, visti certi ragionamenti, dimostra il livello molto scadente di certi cantanti. Ha le idee annebbiate e non sa quello che dice, lancia affermazioni che neppure un manovale, e mi scuso con i manovali che stimo, farebbe”.
Che stile.

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