martedì 27 settembre 2011

Bagnasco e Berlusconi, quando la Chiesa batte cassa

L'intemerata del presidente dei vescovi italiani, Angelo Bagnasco, che ieri ha sparato ad alzo zero contro il governo che la Cei ha sempre apertamente appoggiato, non ha ovviamente nulla a che vedere con la moralità cristiana. 
Le numerose famiglie a carico di tutti i leader del centrodestra (ce ne fosse uno che non ha divorziato e si è risposato con una di vent'anni più giovane), le escort del presidente del Consiglio, i giri vertiginosi di soldi e droga, l'evasione fiscale e le mazzette sono sempre peccatucci di poco conto se a commetterli sono i potenti, al fianco dei quali i cattolici si schierano da secoli. 
Che cosa ha spinto dunque uno dei massimi vertici del Vaticano a dire che "i comportamenti licenziosi e le relazioni improprie sono in se stessi negativi e producono un danno sociale a prescindere dalla loro notorietà" e che "c'è da purificare l'aria, perché le nuove generazioni, crescendo, non restino avvelenate", dopo quasi due decenni di appoggio incondizionato al re del bunga-bunga, ma senza citarlo esplicitamente?
Conoscendo i nostri polli, di scuola sapientamente gesuita (sia loro che Berlusconi, sia chiaro), si sente subito la puzza del falso. Che vogliono 'sti preti dal povero Silvio? C'è un lunghissimo elenco di cose rimaste in sospeso, dalla legge tortura che impedirà alla gente di morire in santa pace, ai finanziamenti per le istituzioni cattoliche, fino al progetto da sempre accarezzato oltre Tevere, la rinascita della Dc, o magari, come suggerisce Dagospia, c'è in mezzo la questione delle frequenze televisive, dove il Vaticano rischia di perdere centinaia di piccole emittenti amiche. Infatti il Cavaliere pare abbia spedito due dei suoi migliori uomini (!), come Franco Frattini e il gentiluomo del papa Gianni Letta a negoziare immediatamente il prezzo.
Sia come sia, è davvero difficile credere che Bagnasco abbia interpretato "il grido angosciato e speranzoso che si alza in tanti modi diversi dalla societa' italiana'', come scrive un suo dipendente, il direttore di Avvenire. Soprattutto se è lo stesso Bagnasco, che ai tempi del secondo governo Prodi, ebbe il coraggio di paragonare i Dico (il progetto di legge sui diritti delle persone conviventi firmato fra l'altro anche dalla cattolicissima Rosy Bindi) all'incesto e alla pedofilia. Allora bastò una decisione di buon senso a far piovere gli strali di Santa Romana Chiesa contro il governo di centrosinistra. Adesso, dopo tre anni di prostitute e magnaccia al potere, si usa ancora il cesello senza neanche fare i nomi. 
Come i mafiosi. Che si sa... sono molto devoti.

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