mercoledì 14 settembre 2011

Il papa e la Corte dell'Aia, lo strabico senso morale di Santa Romana Chiesa

Una delle rubriche più fortunate del settimanale satirico Cuore si intitolava "Hanno la faccia come il culo". Poco elegante, lo ammetto, ma assai efficace, quando c'era da sbertucciare qualche potente della Prima Repubblica e sottolineare le penose incongruenze fra cose dette e cose fatte. Impossibile non pensarci di fronte al modo con cui l'alta prelatura vaticana sta reagendo davanti alla nuova tonnellata di sterco che sta piovendo loro addosso grazie alla compiacente copertura fornita negli anni passati ai preti che si sono macchiati di orribili abusi, quasi sempre a sfondo sessuale, ai danni di minorenni ospitati nelle loro strutture pseudoeducative. 
Ieri è uscita la notizia che un'associazione americana che difende le vittime degli orrori avvenuti in sacrestia, la Snap, ha chiesto al Tribunale Penale Internazionale dell'Aia di indagare su papa Josef Ratzinger per crimini contro l'umanità insieme ad altri vertici eccelsiastici, il segretario di Stato, Tarcisio Bertone, il predecessore e decano del Sacro Collegio, Angelo Sodano e il prefetto dell’ex Sant’Uffizio, William Levada. L'iniziativa non è destinata ad avere grande seguito giuridico, primo perché il Vaticano non è sottoposto al giudizio della Corte, secondo perché il tribunale dell'Aia non può occuparsi di casi avvenuti prima del 2002, anno in cui ha ottenuto la delega a operare in base allo statuto fondativo.
Solo un colpo mediatico? 
In realtà, quello che hanno combinato i preti cattolici soprattutto negli Stati Uniti fa rabbrividire. La Chiesa ha dovuto già sborsare tre miliardi di dollari di risarcimenti e dopo la prima inchiesta del Boston Globe, che nove anni fa ci ha vinto il Premio Pulitzer, si sono aperte le cataratte ed è venuto giù di tutto, dalla Germania all'Irlanda, all'Australia, all'Italia. Il fatto che da Roma si sia sempre cercato di sopire, nascondere, fare finta di niente, è assodato e certificato e a poco valgono le ultratardive scuse pronunciate dal papa tedesco di fronte alla possibile catastrofe finanziaria.
Detto questo, sono letteralmente caduto dalla sedia quando ho visto in tv il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli fare fuoco e fiamme per il caso dell'Aia e sostenere che si tratta del "solito tentativo anti-cattolico per offuscare un'immagine che, dal punto di vista umano, è quanto di più prestigioso abbiamo nella nostra società". 
Ora non so se il papa sia davvero il meglio dell'essere umano in quanto tale (e francamente ho un po' di difficoltà ad immaginarlo), ma di sicuro non lo è Sepe, indagato dalla Procura di Perugia, insieme all'ex ministro dei Trasporti Pietro Lunardi, per la manutenzione della facciata del palazzo di Propaganda Fide in Piazza di Spagna, dove il ministro avrebbe finanziato i lavori in cambio di appartamenti di proprietà dell'organizzazione a prezzi stracciati. Lo stesso Sepe che è stato pappa e ciccia con Angelo Balducci, dirigente dei Lavori Pubblici arrestato per corruzione, alla fine degli anni novanta e durante il Giubileo dell'Anno 2000, altra clamorosa occasione per il consueto magna-magna. 
Ecco, queste sono le facce che ci parlano di senso umano e morale. Roba proprio da rubrica di Cuore.

1 commento:

  1. Delle tristi frequentazioni di Wojtyla ne avevo parlato qualche mese fa in questo post:
    http://ilblogdiuomobianco.blogspot.com/2011/04/beato-wojtyla-sessuofobo-simbolo.html

    RispondiElimina