mercoledì 16 maggio 2012

Otto per mille, tante buone ragioni per non darlo alla Chiesa Cattolica

Tempo di dichiarazioni dei redditi e di destinazione dell'otto per mille, con la Chiesa Cattolica che sta bombardando in questi giorni televisioni e giornali di spot pubblicitari pagati chissà quanti soldi a dei professionisti della comunicazione, la società Saatchi&Saatchi, una della maggiori agenzie del mondo, che deve la sua fama alle campagne elettorali che assicurarono il potere a Margaret Thatcher in Inghilterra alla fine degli anni settanta. 

L'idea è furbina e rimanda ad un sito web intitolato "Chiedilo a loro", dove si riportano le testimonianze di tanti volontari che in Italia e all'estero fanno assistenza umanitaria grazie ai soldi dell'otto per mille concesso alla Chiesa Cattolica. "Non sono attori, non hanno un copione da seguire. I loro volti, le loro storie raccontano di dolore e speranza, parlano della vita vera. Ascoltale", si legge nelle informative pubblicitarie, presentando le storie documentate anche da sedicenti "fotoreporter". Peccato tuttavia che quando si clicca su una delle singola testimonianze non appaia mai un contatto diretto con le persone coinvolte (mai citate neanche con nome e cognome), ma indirizzi mail generici con il dominio 8xmille.it, altra pagina web che invita a firmare per la Chiesa cattolica.

A parte le discutibili scelte nella campagna pubblicitaria (che nessuno saprà mai quanto è costata), nessuno nega l'esistenza di strutture e persone che operano nel sociale a nome del Vaticano. Il problema è, come sempre, che i cattolici destinano solo una piccola parte di quei soldi alla beneficenza. Il resto serve a mantenere la baracca, fra stipendi ai preti e realizzazione di nuove chiese, quelle oscenità di cemento armato che continuano a deturpare i nostri quartieri magari a danno del verde pubblico e sulle quali, ovviamente, non si paga l'Ici (o Imu che dir si voglia).
Come emerge dal documento pubblicato dalla stessa Chiesa Cattolica sul suo sito, su 1 miliardo e 118 milioni di euro ricevuti grazie all'otto per mille nel 2011, solo 235 milioni (meno del 20%) sono stati destinati a "interventi caritativi" e di questi 105 milioni sono andati comunque alle diocesi (che certo non presentano un bilancio di come impiegano questi soldi), 85 milioni in aiuti ai paesi del Terzo Mondo e solo 45 milioni in esigenza caritative di livello nazionale. Le fette grosse dell'enorme torta sono i 360 milioni all'Istituto centrale per il sostentamento del clero (gli stipendi dei parroci) e i quasi 468 milioni destinati alle esigenze di culto (diocesi, costruzione di luoghi di culto, spese per la catechesi e perfino per i Tribunali ecclesiastici regionali). 

Quest'anno firmate per i Valdesi, che sono cristiani anche più dei cattolici, che hanno versato in beneficenza tutti gli oltre dieci milioni di euro ricevuti nel 2010 e che sul loro sito scrivono chiaro e tondo che l'otto per mille "non può essere utilizzato per finanziare le attività della chiesa, sia per pagare il compenso ai pastori ed ai diaconi, sia per costruire o mantenere locali di culto, sia per finanziare attività di evangelizzazione: tutte queste attività devono essere finanziate dalle contribuzioni dei membri di chiesa".
Alleluia.

3 commenti:

  1. gia' fatto dato alla ricerca sul cancro.
    MAI ALLA CHIESA CATTOLICA.

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  2. quello è il 5 per mille

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  3. io rivedrei il concordato e non darei l'8 ma il 4 per mille, visto che il vaticano è mantenuto da noi Italiani e devolviamo al sociale tramite i Comuni quello che arriva, il vaticano continua a nominare cardinali che costano parecchi soldini e non vi è alcuna trasparenza, che fine hanno fatto i lingotti d'oro che il cardinale Sepe portava a spasso?

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