domenica 23 gennaio 2011

Non c'è più religione. La "truffa" dell'ora alternativa a scuola.

Bugiardi impenitenti come al solito i cattolici italiani. Mentono su qualunque cosa, approfittando del fatto che la loro presenza è talmente radicata nel solco delle tradizioni irrinunciabili che consentono loro di sopravvivere all'interno di una società che, per fortuna, si va sempre più secolarizzando.
L'unione degli atei e agnostici italiani (Uaar) ha recentemente rilanciato la campagna sull'ora alternativa a quella di religione a scuola, ricordando a tutti coloro che vivono in Italia che di recente è stato ribadito un loro diritto: ogni scuola è obbligata a garantire una soluzione diversa a quella dell'ora di religione. È quanto ha stabilito il Tribunale di Padova, accogliendo il reclamo presentato dai genitori di una bambina frequentante una scuola primaria statale della città veneta. Mentre ai suoi compagni era impartito l’insegnamento della religione cattolica, l’alunna era stata costretta prima a rimanere in classe, poi a trasferirsi in classi parallele, senza che l’istituto provvedesse ad attivare le lezioni alternative richieste. Secondo il tribunale, la loro attivazione costituisce invece un obbligo, e l’istituto e il ministero dell’Istruzione sono stati condannati anche al pagamento della somma di 1.500 euro.
Perché la scuola non garantisce questo diritto quasi mai? La spiegazione è semplice e a noi genitori atei di due figli che vanno alle elementari ci è stato risposto che per l'ora alternativa non c'erano i soldi e che tutto quello che potevano fare era tenere i nostri bambini un'ora in un'altra aula, magari da soli, a far niente. Non ce la siamo sentita, anche perché la possibilità che facciano proselitismo almeno su mio figlio più grande (10 anni) è assai remota. Fra i suoi compagni, che vengono coercizzati a frequentare noiosissimi corsi di catechismo in parrocchia anche pomeridiani in vista della fatidica prima comunione, lui è ovviamente molto invidiato perché non è sottoposto a niente di tutto questo ed è libero dopo la scuola di giocare a calcio (e ci mancherebbe altro, dopo otto ore al giorno passate sui banchi).
La nostra è dunque una scelta di quieto vivere, ma è sbagliata. Ce la possiamo permettere solo perché siamo benestanti e in grado di pagare ai bambini il nuoto, il calcio e magari anche l'inglese, privatamente. Eppure la scuola dove vanno i miei figli avrebbe tutte le strutture (aule, palestra, giardino con campetto di calcio) per garantire certe cose anche a chi non può comprarsele fuori. Ma negli ultimi anni governi di destra e di sinistra (non dimentichiamoci mai che prima di quella campionessa di Mariastella Gelmini abbiamo avuto il coraggio di schierare lo scout Beppe Fioroni) hanno preferito assumere decine di migliaia di insegnanti di religione (spesso dei perfetti idioti e incompetenti) scelti direttamente dal Vaticano.
E ora, naturalmente, le diocesi possono permettersi di affermare che il 90% dei bambini frequenta felice l'ora di religione a scuola.
Bastardi. Dentro e fuori.

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