venerdì 7 gennaio 2011

Lotta di classe. Il compagno Mieli si sbrodola davanti a Marchionne e nomina il suo datore di lavoro uomo dell'anno.

A più di vent'anni dalla caduta del Muro di Berlino, c'è sempre qualcuno che riesce a tenere a galla i principi marxisti della coscienza e della lotta di classe. Cosa pensare infatti di "Cortina InConTra", popolare kermesse natalizia durante la quale si esibiscono in tavole rotonde seguite da un pubblico a-la page politici, giornalisti e milionari in genere? Va molto forte l'argomento economia in queste sedute da madama la marchesa moderate dal giornalista Enrico Cisnetto, insegnante all'Università di Giornalismo della Luiss (leggi Confindustria). Fra le tante perle dell'ultima edizione quella di Paolo Mieli, ex direttore di Corriere della Sera e Stampa e oggi presidente di Rcs Libri, di proprietà di Rcs Mediagroup che vede la Fiat con il 10,4% fra i suoi principali azionisti.
Chiamato a parlare di Sergio Marchionne, che è come se fosse il suo datore di lavoro, il nostro non ha avuto dubbi e come riporta il sito Dagospia si è lanciato in uno sproloquio degno del miglior Fantozzi. Ha definito il manager col maglioncino l'uomo dell'anno (chi cazzo vuoi che siano Assange e Zuckerberg?), ha attaccato la Fiom e difeso Bonanni da "quei mascalzoni che gli lanciano pietre e fumogeni" e in piena trance agonistica si è sperticato in elogi alla ministra Gelmini e al "coraggio della sua riforma", aggiungendo che lei e Marchionne  "hanno messo fine alla stagione dei diritti senza doveri iniziata nel cattivo post-sessantotto degli anni Settanta". 
Io trovo semplicemente meraviglioso che un uomo di 62 anni che guadagna come una trentina di operai della Fiat messi insieme e che quando era ragazzo militava in Potere Operaio e Lotta Continua ci faccia la lezioncina sul lavoro alla catena di montaggio e sugli studenti fannulloni da un palco di Cortina d'Ampezzo.
Viene voglia di riabilitarlo il vecchio Carlo Marx, che ne dite?

5 commenti:

  1. che pena
    lacche' del sistema
    venduti al vincitore
    e schiavi di silvio
    nessuna dignita
    pecunia non olet

    RispondiElimina
  2. A parte che vorrei sapere come, all'improvviso, da direttore e giornalista sia diventato "storico"........... una fesseria così grande, da lui non me la sarei mai aspettata.

    RispondiElimina
  3. Non so, questa definizione di "storico" è iniziata quando ha cominciato a rispondere alle lettere sul Corriere dopo la morte di Montanelli. Dice di essere allievo di De Felice, ma le trasmissioni da lui fatte in Rai erano poco meno che banali.

    RispondiElimina
  4. Mieli è quello che, prima delle elezioni, invitò a votare per la sinistra, dalle pagine del Corriere, il quotidiano della borghesia di sinistra.

    RispondiElimina
  5. E' vero che Mieli invitò a votare per la sinistra, però mi sembra eccessivo definire il Corriere il giornale della borghesia di sinistra. E' della borghesia punto.

    RispondiElimina