venerdì 15 luglio 2011

Alemanno, figuracce in serie e città in ginocchio

Il serial delle figuracce di Gianni Alemanno, il barese con la celtica al collo trapiantato a Roma a fare il sindaco, non ha fine. Il duce di quel generone nostalgico che lo salutava col braccio teso in Campidoglio il giorno della sua elezione (un fritto di paranza di bottegari, cravattari e tassinari) nel giro di tre anni ha completato lo sfascio avviato dai suoi altrettanto squallidi predecessori e ha messo la città in ginocchio. A differenza degli altri, però, con lui alle volte si ride forte. Nomina un prete consulente per la famiglia? E lo arrestano per pedofilia. Dà un incarico a un ex carabiniere per la sicurezza? Lo mettono subito sotto processo. Parla di ripulire le strade? In giro ci si spara e si mena come non era mai successo, con episodi al limite del far-west
Oggi il Tar del Lazio ha azzerato la giunta del Comune di Roma per il mancato rispetto delle quote rosa e lui ha annunciato la nomina di Rosella Sensi come assessore allo Sport, una che non  si capisce quali meriti abbia, visto che lei e il padre hanno distrutto un impero economico per mantenere una squadra di calcio che per i soldi che ha buttato nel cesso ha vinto poco o niente, lasciando una voragine di debiti.
E mentre i poveri romani sono alle prese con il caldo africano, la riduzione delle corse dell'Atac, i lavori in corso senza preavviso, la metropolitana che chiude intere tratte durante l'orario di lavoro, lui va in giro in moto a fare i puttan-tour
A mettere un simile incompetente e sfascista alla guida della Capitale non ci avrebbe pensato neanche Borghezio.

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