venerdì 22 luglio 2011

Eia eia, oio e peperoncino: il cupio dissolvi della destra burina

Mannaggia a quei due rimbecilliti di Rutelli e Veltroni e a quel completo idiota di Marrazzo. Non è che con loro le cose andassero alla grande, ma il fatto che nel giro di un anno abbiano consegnato Roma e il Lazio nelle mani della destra burina andrebbe punito almeno con la pubblica gogna. La governatrice della regione, Renata Polverini, è una che ha riempito i canali di YouTube con performance di cafonaggine più unica che rara e ieri ci ha donato un'altra perla, pizzicata da un cronista del Fatto Quotidiano a utilizzare un elicottero della Protezione Civile per giungere in tempo a Rieti e inaugurare la sagra internazionale del... peperoncino. Perché magari non lo sapete, ma la ridente (si fa per dire) cittadina laziale è diventata il centro internazionale delle rinomata spezia (che peraltro come imparano i bambini a scuola ha origini americane e in Europa ce l'ha portata Colombo), almeno nella fantasia di Guglielmo Rositani, ex missino che faceva parte della segreteria nazionale del partito ai tempi di Almirante, attualmente titolare di un posto nel consiglio di amministrazione della Rai. Quel consiglio che non riesce a decidere nulla in merito ai programmi più gettonati dell'azienda (forse perché lavora per la concorrenza) e che invece si è recato compatto anche lui alla grande Fiera reatina. 
In tutto questo patetico scenario, il piglio autoritario della destra naufraga miseramente anche con Gianni Alemanno, che invece di preoccuparsi delle violenze a Roma, telefona al direttore del Tg1 Augusto Minzolini per protestare contro un servizio che dava un'immagine veritiera del caos notturno nella capitale, forse stupito dal fatto che il tg amico desse finalmente una notizia. 
Fra pajata e peperoncino, dov'è finita quella bella vecchia baldanza dei post-fascisti? Se ne avverte una piccola traccia nel canuto Rositani, che minaccia di prendere a schiaffi il giornalista che fa le domande scomode. Un piccolo barlume di maschia gioventù. Poi tutti a magnà, se capisce.

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