martedì 26 luglio 2011

Quando un Borghezio dagli occhi verdi imbraccia la pistola...

Ci devono essere rimasti malissimo tutti quei farneticanti zoticoni che gravitano attorno alla destra italiana. Dai giornali di Papi Silvio, che avevano sparato in prima pagina i loro strali contro l'Islam, fino agli infaticabili "commentatori" del Popolo della Libertà (provvisoria). E invece, mannaggia mannaggia, il feroce killer è un ariano purosangue, cristiano convinto che i luterani debbano tornare in seno alla Chiesa Cattolica (anche se Ratzinger viene considerato un mollaccione), ex nerd che al liceo non beccava manco una ragazza (e in Norvegia bisogna essere proprio tonti) e con l'ossessione della società multiculturale, questo spauracchio che turba le notti anche ai bravi ariani di casa nostra. 
L'invasione dell'Islam favorita dai comunisti è la teoria preferita di tanti personaggi squallidi della nostra italietta di bastardi arricchiti, dai reduci del Msi (poi An, poi di casa ad Arcore) ai leghisti che inneggiano alla secessione, fino a Silvio Berlusconi che per giustificare la barbarie dei respingimenti in mare (grazie alla complicità del dittatore Gheddafi, prezzolato al punto giusto) ebbe il coraggio di dire: "Non apriremo le porte a tutti come la sinistra. La loro è un'idea di società multietnica, la nostra idea non è così". Poi uno legge gli stralci delle 1.500 pagine di deliri che Anders Breivik ha scritto per giustificare la sua follia e ci trova tanti riferimenti a queste idee straccione, con la stessa ossessione di fondo, quella del marxismo che fa strada all'Islam, un'idiozia degna delle persone che la propugnano. A conferma del quadro, arriva il peggiore di tutti, Mario Borghezio, che definisce giuste le teorie del nazi-cristiano della Scandinavia e la spara più grossa degli altri, come è abituato a fare: "L’ideologia della società aperta crea mostri. Il killer Breivik è il risultato di questa società aperta, multirazziale, direi orwelliana. Questo tipo di società è criminogeno".
E la stampa di regime segue a ruota la nuova parola d'ordine affidandosi al non propriamente lucido Magdi Cristiano Allam (il quale in preda agli stupefacenti scrive che il razzismo è figlio del multiculturalismo, forse perché deluso dalla mancata possibilità di prendersela con i seguaci di Allah) o a qualche filoisraeliana da salotto come Fiamma Nirenstein (la quale dopo aver fatto una figuraccia scrivendo strali contro l'Islam in prima pagina del Giornale quando ancora non era chiara la matrice degli attentati, si è ripresa oggi menandocela anche lei sulle colpe del buonismo e dicendo in buona sostanza che anche se il killer è cristiano, la colpa è sempre di quegli zozzoni di arabi). 
Purtroppo sono le idee alla base del successo elettorale di questi mostri in doppiopetto, veicolate da ex giornalisti in missione per conto di dio,  a essere criminogene. La stupida presunzione della supremazia bianca in un mondo che viaggia a una velocità dieci volte superiore a quella dei nostri cervelli di benestanti all'ammasso. 
Breivik, sia chiaro, è figlio loro. 

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