giovedì 3 marzo 2011

Afghanistan, la vita di un alpino vale più o meno di quella di nove bambini?

Afghanistan, fronte mediorientale di guerra, mascherata da missione di pace. Lunedì scorso in seguito a un attacco dei talebani (per le truppe straniere sono tutti talebani quelli che si ribellano all'occupazione) è morto un soldato italiano, il capitano Massimo Ranzani, l'ennesima vittima inutile di una missione inutile, se non addirittura dannosa. Il giorno dopo, sempre in Afghanistan, due elicotteri della coalizione di cui non ci vergognamo di far parte hanno ucciso 9 ragazzini scambiati per ribelli, tutti di un’età compresa tra i 9 e i 15 anni, che si trovavano lì perché mandati dalle proprie famiglie a raccogliere legna da ardere. Venivano dal piccolo villaggio di Nanglam nella Valle Pech che si trova nella provincia di Kunar, nell’est dell’Afghanistan.
Il New York Times, che è un giornale serio e non la carta igienica che circola nelle nostre edicole, ha riportato il racconto dell'unico ragazzino sopravvissuto, Hamad, di 11 anni. "Abbiamo visto un flash verde provenire dagli elicotteri. Poi si sono rialzati in volo e in una seconda fase sono tornati a volteggiare su di noi e hanno iniziato a sparare. Hanno abbattuto i ragazzi uno dopo l’altro. Un razzo ha colpito un albero e i rami mi sono caduti addosso. Le schegge della granata mi hanno colpito alla mano destra e al fianco“.
La NATO ha ammesso ieri l’errore e il comandante delle forze della coalizione in Afghanistan, il generale David H. Petraeus, si è detto "profondamente dispiaciuto". Nel villaggio dove abitavano i ragazzi qualche centinaio di persone si sono radunate per manifestare tutto il loro odio nei confronti dei cow-boy di Obama. E non erano talebani.
Sui giornali italiani dei nove bambini afgani non c'è praticamente traccia. In compenso ci dobbiamo sorbire tonnellate di retorica sull'eroico alpino italiano caduto nell'adempimento del suo dovere. Ai funerali monsignor Vincenzo Pelvi, ordinario militare per l'Italia (categoria di preti pagata dallo Stato), ha detto che il soldato morto agli amici "confidava che per costruire la pace bisogna guardare gli occhi dei bambini, leggervi dentro il sogno di cose belle e nuove; perché non ci sono bambini italiani, afghani o di altri Paesi, ci sono solo bambini".
Gli stessi bambini  con i quali giochiamo al tiro al bersaglio? Un gruppo di mocciosi straccioni che cercano legna da ardere per proteggersi dal freddo valgono meno della vita di un uomo ben pagato per i rischi che corre? E' questo il cinismo a cui ci siamo ridotti?


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