mercoledì 16 marzo 2011

Cattolicesimo e Risorgimento: ma Ratzinger dove ha studiato la storia?

Dopo 150 anni la Chiesa Cattolica sembra aver deciso di mettere il cappello da prete pure al Risorgimento. Approfittando dell'imbarazzante compagine politica al governo, che per organizzare la Festa dell'Unità d'Italia ha combinato un casino neanche il Consiglio dei Ministri fosse un'assemblea di condominio, il segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone ha convinto papa Josef Ratzinger a partecipare alla rassegna delle ovvietà. Tutti a rivendicare Mazzini, Cavour e Garibaldi, anche chi nel corso della storia contemporanea si è sempre opposto a quelle idee, dal potere temporale ai fascisti, fino ai leghisti di oggi. 
Ma il pastore tedesco non si è trattenuto, ha voluto strafare. E così, in una lettera inviata al presidente Napolitano,  ha scritto nero su bianco che il cattolicesimo è una solida base dell'unità del paese. "Per ragioni storiche, culturali e politiche complesse",  scrive il papocchio, "il Risorgimento è passato come un moto contrario alla Chiesa, al cattolicesimo, talora anche alla religione in generale. Senza negare il ruolo di tradizioni di pensiero diverse, alcune marcate da venature giurisdizionaliste o laiciste, non si può sottacere l'apporto di pensiero - e talora di azione - dei cattolici alla formazione dello stato unitario". Non contento, il simpatico Razingazeta gioca sul solito equivoco cristiani-cattolici, assimilandoli tutti sotto il tetto di Santa Romana Chiesa quando anche i bambini sanno che da Lutero in poi la realtà è un po' diversa, cita una sfilza di eroi dell'Unità d'Italia: Dante, Giotto, Petrarca, Michelangelo, Raffaello, Pierluigi da Palestrina, Caravaggio, Scarlatti, Bernini, Borromini, San Francesco d'Assisi e Santa Caterina da Siena. Mancavano solo Paolo Rossi ed Enzo Bearzot
Ora vagli un po' a spiegare che il sommo poeta ha avuto i suoi bei guai con la Chiesa (e molti papi li faceva bruciare all'inferno), che il "Decamerone" fu inserito nella lista dei libri proibiti istituita da papa Paolo IV, che scultori, architetti e pittori dela passato hanno lavorato per i papi solo perché letteralmente ricoperti d'oro, l'oro trafugato alle civiltà precolombiane, che il poverello di Assisi si spogliò di tutte le ricchezze proprio in polemica con l'opulenza della Chiesa cattolica (stile scarpette rosse di Prada e berretto di visone) e che a momenti faceva lo scisma. Tutto senza mettere in mezzo quel buontempone di papa Pio IX, che con il suo "non possumus" tirò per le lunghe la questione romana e costrinse i bersaglieri a tirare giù a cannonate Porta Pia, difesa da mercenari svizzeri.
E i poveracci che sono morti davvero per l'Unità d'Italia? Ratzinger fa una concessione, storcendo un po' il naso, e dice di non voler "negare il ruolo di tradizioni di pensiero diverse, alcune marcate da venature giurisdizionaliste o laiciste".
Grazie sua Santità. E visto che usa tanto volentieri l'iPad, la prossima volta non dia retta a Bertone. Consulti, che so, Wikipedia

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