martedì 8 febbraio 2011

Manifestazioni, provocazioni, manganellate, fermi e rilasci: il solito copione che si ripete all'infinito.

Sembra una pessima sceneggiatura e forse lo è. Ogni volta che si svolge qualche manifestazione di protesta contro qualunque forma di autorità costituita, sindacati compresi, all'improvviso qualcuno spacca una vetrina, tira sassi e bottiglie contro la polizia e si dilegua. Le solerti forze dell'ordine caricano, vola qualche manganellata e si effettua qualche fermo. Poi, il giorno dopo, siccome ormai tutti hanno un telefonino con il quale girare filmati, emerge l'evidenza che i pericolosi arrestati non hanno fatto granché (tranne trovarsi in prima fila al momento della carica) e il magistrato li rimette in libertà. A quel punto il ministro di turno si idigna e urla contro il lassismo di certa magistratura.
Era già successo alle manifestazioni studentesche del 14 dicembre, quando il giudice ha rimesso in libertà praticamente tutti gli oltre 20 arrestati di Roma, mentre i responsabili di devastazioni e danni sono rimasti liberi come l'aria. E si è ripetuto anche ad Arcore, dove durante una goliardica e colorata manifestazione contro Silvio Berlusconi e le notti del bunga-bunga all'improvviso qualcuno ha lanciato sassi e bottiglie contro i poliziotti che presidiavano la strada che conduce alla villa. Carica e due fermati, uno di loro frequenta un centro sociale, l'altro scrive addirittura un blog antiberlusconiano. Due colpevoli perfetti. E invece dalle immagini registrate emerge che non hanno tenuto alcun comportamento violento. "Il ruolo degli arrestati non è connotato da particolare gravità", ha scritto il giudice del tribunale di Monza. ""Io non ho visto gruppi estremisti e quando c'è stata un po' di confusione abbiamo perfino restituito un manganello che era stato perso da un poliziotto", ha commentato uno dei ragazzi.
A quando la prossima rappresentazione?

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