giovedì 17 febbraio 2011

La satira al potere: ora è ufficiale, Paolo Guzzanti fa molto più ridere dei figli.

Paolo Guzzanti non trova pace. Dopo aver fatto parte del Partito Socialista, del Patto Segni, di Forza Italia, del Popolo della Libertà e aver tessuto per anni le lodi di Silvio Berlusconi, prestandosi alla incredibile patacca del Dossier Mitrokhin, assurda montatura messa in piedi solo per cercare di screditare Romano Prodi, è stato di recente folgorato sulla via di Damasco perché il suo caro leader faceva finta di essere liberale e intanto flirtava con l'ex agente del KGB, Vladimir Putin, e con le donnine allegre delle feste di Arcore e di Palazzo Grazioli. Se ne è andato sbattendo la porta, dopo aver scritto un libro, "Mignottocrazia", in cui denunciava l'odiosa pratica dello scambio sessuale, accusando apertamente anche Mara Carfagna. Sono passati pochi mesi ed eccolo allegramente rientrare nei ranghi, aderendo al gruppo di Iniziativa Responsabile, l'ultima accozzaglia di peones al servizio di Silvio. E le motivazioni sono veramente da urlo. Sul suo blog, il giornalista in pensione ha il coraggio di scrivere che non è tornato "berlusconiano" e di averlo fatto solo per "guadagnare l’unica merce di cui oggi la politica ha bisogno. Il tempo", visto che non esiste ancora un'alternativa al sultano. Qualche riga sopra però gli scappa la verità: "Io in quest’ultimo anno non ho più scritto sui giornali. A me, giornalista da mezzo secolo, è stato impedito di scrivere". Il Giornale gli ha infatti tolto una succulenta collaborazione dopo le sue sparate contro il padrone di casa, "quasi settemila euro netti al mese, più o meno quello che era il mio stipendio da dipendente", come ha raccontato lui stesso.
Ho sempre pensato che dietro la smania di protagonismo di quest'uomo ci fosse una seria forma di invidia nei confronti del successo ottenuto dai suoi figli. Ma da oggi possiamo dire ufficialmente che Paolo fa molto più ridere di Corrado e Sabina.
 

Nessun commento:

Posta un commento